Chi siamo

Fabio
La mia famiglia, in passato, festeggiava l'Epifania in una maniera un po' singolare. Si andava, infatti, tutti assieme a mangiare in un noto, benché oramai defunto, ristorante cinese alessandrino. Solo quella sera, solo per l'Epifania. Fu una sera di Gennaio di parecchi, troppi anni fa che delle carpe koi - ma forse erano solo pesci rossi obesi - furono le uniche spettatrici del mio primo incontro con i ravioli di gamberi.
 
Il  cibo cinese non è mai stato cultura per me: al liceo rappresentava il sabato sera esotico finalmente alternativo alla solita pizza, negli anni dell'università la base della mia alimentazione compulsiva e proletaria da studente fuori sede. Porzioni abbondanti, palato stupefatto (nel senso di drogato) da generose dosi di glutammato e prezzi ridicoli: in due parole junk food! Sono curioso per natura, adoro cucinare e l'idea di aprire un food blog mi ha sempre attirato. Facciamolo!
 
Deneil




Mangiare cinese a Torino significa lanciarsi in una giungla di locali che si estendono dal centro più centro alla periferia più infame senza sapere mai cosa ci si troverà davanti.
 
Quando Fabio mi ha chiamato per unirmi a lui in questa impresa ai limiti della sanità mentale non ho potuto non accettare, memore dei centinaia di pasti consumati in ogni cinese di ogni luogo in cui sono stato (compreso un improbabile cinese a Granada che si rivelò praticamente identico a quelli italiani).
Ci saranno sicuramente gelati fritti, spaghetti fritti, ravioli fritti, polli fritti, maiali fritti, nutrie fritte e vitelli fritti, ma esisterà dell'altro? Ce la faranno i nostri eroi a mangiare come due vacche da ingrasso senza intossicarsi e trovare finalmente il Sacro Graal dei cinesi di Torino? All'arrembaggio!




 

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Lettere aperta ai troll: lo so che l'anonimato ti dà l'euforia e la baldanza per insozzare questo spazio, ma se lo farai la maledizione del raviolo ti colpirà con tre giorni e tre notti di sguaraus a spruzzo con ritorno.